Reduci da un bel fine settimana passato in bicicletta tra le campagne di Assisi e Bevagna, faccio queste brevi riflessioni su ciò che potrebbe rappresentare il cicloturismo per il nostro territorio, il condizionale purtroppo è d’obbligo…
Fare un paragone tra quella zona dell’Umbria e il Piceno non è del tutto fuori luogo, perché all’indubbia bellezza di una città mistica come Assisi con le sue campagne che arrivano fino a Bevagna e Spoleto, possiamo contrapporre il fascino della nostra Ascoli, città di travertino, e il vicino mare Adriatico, collegati tra loro da un’incompiuta, ahimè, pista ciclabile. Sono questi territori da godere sia nella stagione tipicamente estiva, ma anche e soprattutto, è di questo che voglio parlare, negli altri mesi dell’anno, quelli tipicamente non interessati dal turismo di massa.
La regione Umbria ha investito e non poco nel cicloturismo, basti pensare agli itinerari ciclabili Assisi Spoleto e Spoleto Norcia da poco inaugurati e migliorati. E’ stato calcolato che gli investimenti in questo settore hanno dei tempi di “rientro” economico di un solo anno o poco più. Cioè se spendo mille, nel giro di un anno, quei mille soldi spesi rientrano già, grazie ai visitatori che vengono attirati da quelle nuove infrastrutture. Stiamo parlando di infrastrutture ciclabili, che, rispetto alle infrastrutture per i mezzi a motori, costano un ordine di grandezza meno se non di più…
Dicevamo degli investimenti fatti dalla regione Umbria… eravamo stati qui circa tre anni fa, e da allora abbiamo trovato nuovi percorsi ciclabili, pavimentazioni nuove o risistemate, una segnaletica stradale puntuale e capillare, utilissima per far ritrovare la strada anche al ciclista più sprovveduto non dotato di mappe o gps… E i risultati si vedono! Non eravamo i soli cicloturisti, nonostante il cattivo tempo. Gruppi di stranieri in bicicletta erano a pranzare a Bevagna presso i molti ristorantini aperti nel piccolo borgo medioevale. Per non parlare poi dei numerosi bed&breakfast e case vacanze incontrati lungo il percorso.
Se paragoniamo tutto questo a quello che avviene dalle nostre parti, diciamo che il confronto è impietoso… per noi. Negli ultimi anni ciò che il nostro territorio è riuscito a partorire, grazie peraltro alla buona volontà di un gruppetto di appassionati ciclo amatori, è il progetto “Piceno Bike Travel”. Un progetto sponsorizzato da enti, Regione, Provincia, Comune, e importanti sigle come Confindustria e Camera di Commercio che alla resa dei conti è risultato solo un progetto di facciata, della serie “abbiamo anche noi fatto qualcosa” ma non ci crediamo fino in fondo.
In quel tavolo, lo dicemmo e lo ribadiamo anche ora, se vogliamo veramente sviluppare un turismo destagionalizzato basato sul cicloturismo italiano e straniero, occorre prima completare la ciclabile Ascoli – Mare. Questa rappresenterebbe la struttura portante su cui sviluppare un vero progetto credibile e in poco tempo! L’itinerario andrebbe completato quanto prima per dare continuità al percorso e solo in un secondo momento andrebbe migliorato e sistemato nei piccoli particolari. Dare cioè la priorità al passaggio in sicurezza sopra ai fossi (leggi ponticelli in legno o similari) e all’apertura di varchi nei punti dove attualmente non è possibile transitare. Solo dopo, curare i dettagli, come il fondo più scorrevole, una segnaletica dedicata, staccionate e via dicendo. La ciclabile Ascoli – Mare rappresenterebbe così il punto di partenza per percorsi e itinerari più svariati, come quelli per i ciclisti su strada dedicati ai paesi lungo le colline della vallata, o quelli fuoristrada di cui siamo ricchi sia nella zona della Montagna dei Fiori, che nella zona di Montegallo, solo per fare qualche esempio.
Alessandro Paoletti