La riforma discussa in questi giorni in Parlamento , proposta dal Ministero delle Infrastrutture, viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage.

La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra smonta tutto ciò che era stato fatto recentemente di buono in tema di mobilità sostenibile e strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole, portandoci indietro di 40 anni!

In sintesi la riforma prevede:

LIMITI DI VELOCITA’ PIÙ ALTI (150 Km/h in autostrada)

PIÙ VIOLAZIONI, UNA SOLA MULTA.

ZTL PIÙ DIFFICILI solo in presenza di alti livelli di smog.

MANI LEGATE AI COMUNI, il Ministero deciderà al posto dei Comuni, restringendo condizioni e modalità per poter creare ZTL, aree pedonali, ZONE 30 e piste ciclabili.

STOP ALLE NUOVE CICLABILI:

MENO CORSIE CICLABILI, ristrette ai soli casi in cui non è possibile fare piste ciclabili (per valutazione del Ministero anziché del progettista), sparita la doppia tipologia a uso esclusivo e a uso promiscuo, posizione limitata soltanto a destra.

MENO CASE AVANZATE ai semafori, ristrette ai soli casi di strade a una sola corsia di marcia e lungo cui deve essere già presente una ciclabile.

STRADE CICLABILI MENO SICURE, tolta la possibilità di renderle visibili anche con segnaletica orizzontale (simboli 30, auto e bici sulla sede stradale), obbligo per gli automobilisti di dare laprecedenza ai ciclisti sostituito da un generico e inapplicabile obbligo di “prestare attenzione”.

ADDIO CORSIE TPL + BICI, eliminata la fattispecie specifica delle corsie riservate al Trasporto Pubblico + bici (mentre restano possibili corsie TPL + car sharing, moto, taxi, etc.).

IL ‘METRO E MEZZO’ INAPPLICABILE, nuovo obbligo di sorpasso ad almeno 1,5 metri dai ciclisti, annullato nella pratica dalla clausola per cui vale solo “ove le condizioni della strada lo consentano”.

STOP ALLA MICROMOBILITA’, previste restrizioni, obbligo del casco e targa per i monopattini.


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Ci opponiamo a questo nuovo codice della strage: siamo cittadine/i e ci uniamo alle associazioni “familiari vittime sulla strada”e a centinaia di tecnici

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