Premessa
In tutti questi anni passati in “prima linea” nel tentativo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo all’auto e al motorino, mi sono reso conto, discutendo con amici, colleghi o sconosciuti, che spesso la figura del ciclista è vista come colui che non rispetta le regole del codice della strada. In effetti nel tempo ho verificato questo comportamento (per fortuna solo di una minoranza) che mette in cattiva luce tutta la “categoria” dei ciclisti. Questo problema, tutto italiano, deriva dal fatto che il ciclista non ha ancora acquisito la consapevolezza di essere un veicolo (velocipide) a tutti gli effetti; si sente un “super” pedone, o un pedone a due ruote, e come il pedone pensa che il CdS (Codice della Strada) non lo riguardi più di tanto…
Vorrei allora di seguito riassumere i principali comportamenti “scorretti” tenuti dai ciclisti con le possibili conseguenze. Da rimarcare che in quasi tutti i casi esaminati chi rischia di più l’incolumità ed anche la vita è proprio il ciclista stesso… Quindi occhio, amici ciclisti… 😉
Iniziamo con le situazioni che vedono spesso protagonisti i ciclisti sportivi, quelli che usano la bici non come mezzo di trasporto ma piuttosto come attrezzo sportivo:
Affiancarsi e occupare metà carreggiata
Il CdS (art. 182 Circolazione dei velocipedi) dice questo “I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.” Troppo spesso invece, soprattutto il sabato o la domenica, si incontrano lungo le strade provinciali quei gruppi di ciclisti che si sentono “forti” del numero e credono così di essere immuni da investimenti da parte delle auto. Niente di più sbagliato, perché soprattutto dietro le curve la differenza di velocità con i mezzi a motori è tale che l’automobilista potrebbe non fare in tempo a frenare con tutte le conseguenze, drammatiche , del caso. Nei casi più fortunati si costringe l’automobilista a rasentare il gruppo ed a far “incassare” alla categoria dei ciclisti qualche dozzina di imprecazioni…
Passare con il rosso
Il passare con il rosso va di moda sia tra gli sportivi che tra i ciclisti urbani. I primi forse trovano scomodo sganciare le scarpe dai pedali o interrompere la loro “sana” fatica; i secondi … solo per risparmiare qualche secondo. Anche in questo caso il pericolo è che l’auto sopraggiunga a manovra di attraversamento già iniziata, e in caso di distrazione del guidatore la frittata è fatta…
Non utilizzare la pista ciclabile
Chiarisco subito una cosa – il CdS prevede l’obbligo di utilizzare la pista ciclabile ove presente. Ma anche senza questo “suggerimento” dovrebbe essere il buon senso a far la differenza: se c’è infatti una pista ciclabile dedicata e sicura, molto probabilmente la carreggiata è stata ristretta (con immenso gaudio di alcuni automobilisti…) , per cui sarà anche più pericoloso passare dentro lo spazio dedicato alle macchine. Inoltre questo comportamento va a danno di tutti gli altri ciclisti, in quanto potrebbe far desistere l’ente preposto a realizzare nuove piste o corsie ciclabile… I ciclisti sportivi dovrebbero “sacrificarsi” per queste poche centinaia di metri e utilizzare le piste dove esistono anche se ciò comporterebbe un andatura meno sostenuta.
Non utilizzare luci o catadiottri
Il ciclista di notte deve essere visibile, come un albero di Natale !!!! L’impianto di illuminazione serve infatti soprattutto a farsi vedere più che a vedere! Il CdS prevede infatti l’obbligo (art. 68. Caratteristiche costruttive e funzionali e dispositivi di equipaggiamento dei velocipedi): “…per le segnalazioni visive: anteriormente di luci bianche o gialle, posteriormente di luci rosse e di catadiottri rossi; inoltre, sui pedali devono essere applicati catadiottri gialli e analoghi dispositivi devono essere applicati sui lati”. Purtroppo devo anche constatare che alcuni rivenditori locali (poco professionali…) consegnano bici non a norma, privi di questi apparati. Consiglio: utilizzate anche giubbini e fasce catarifrangenti ! Non è una bella esperienza essere invisibili…
Tenere la sinistra anziché la destra
Fortunatamente è un comportamento raro, ma succede anche questo soprattutto nelle strade a senso unico. Penso che il motivo sia quello di evitare le sportellate delle auto parcheggiate a destra. Ma, come si suol dire, passi dalla padella alla brace! Procedendo a sinistra infatti ci si espone ad una serie di pericoli più o meno pericolosi; prima di tutto venire investiti dall’ auto che esce da qualche via laterale e che non si aspetta di “incontrare” così presto il ciclista. Anche questo comportamento “totalizza” un bel numero di improperi da parte degli automobilisti a “vantaggio” – L – della categoria dei ciclisti…
Andare contromano
Se non normalizzato (in qualche città in alcune strade a senso unico hanno dedicato delle corsie ciclabili per permettere al ciclista di andare in direzione contraria…) si rischia di venire spianati da qualche mezzo a motore, o nel caso migliore, di fare un incontro frontale ravvicinato con qualche altro collega ciclista. Senza contare che le auto che si immettono dalle vie laterali non si aspettano il ciclista da quel lato…
Passare sopra i marciapiedi
Vada per i bambini (se educati…) ma quando vedo un adulto andare in bici sopra dei piccoli marciapiedi e suonare il campanello per far scansare i pedoni penso che la mamma degli idioti sia una meretrice… Se infatti il ciclista sceglie il marciapiede per evitare il pericolo della strada, almeno dovrebbe capire di essere lì un ospite e quindi procedere con prudenza e a passo d’uomo. Questo comportamento non sarebbe comunque lecito perché solo in caso di apposita segnaletica un AMPIO marciapiede può ospitare anche le bici. Per il povero pedone sorpreso alle spalle è garantito un sobbalzo di paura (che provoca un colpo di rimando diretto , ahimè ,a tutta la categoria dei ciclisti…)
Andare a velocità sostenuta nelle aree pedonali
Ecco cosa dice a riguardo il CdS (Art.3. Definizioni stradali e di traffico) “…area pedonale: zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli a emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali.” ed ancora “I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza.”
Quindi nelle aree pedonali possono transitare le biciclette, ma con la dovuta cautela… Purtroppo alcuni ciclisti, per lo più giovani, mancano di educazione e buon senso, per cui li vedo a volte usare i pedoni come se fossero i paletti dello slalom… Ciò che mi preoccupa inoltre, è che questi ragazzini, allo scoccare dei 14 anni, verranno “armati” dai loro genitori con scooter da 80 Km/h …
Alessandro